




I laghi di Fusine
L’area di Fusine laghi fa parte di uno splendido e vasto anfiteatro alpino, comprendente una straordinaria varietà di forme montane e di ambienti naturali (laghi, foreste, prati, rocce) pressoché intatti.
Le componenti principali di questo angolo di Alpi Giulie sono le imponenti e frastagliate masse calcareo-dolomitiche del gruppo del Mangart: da sinistra Ponze, Strugova, Veunza, Mangart di Coritenza, Mangart (m 2678), Traunig, Cime Verdi, Buconig, Picco di Mezzodì e il boscoso Colrotondo. Queste vette rievocano, con la loro morfologia, la presenza di un antico ghiacciaio, cui si devono i rimodellamenti delle masse rocciose e la presenza dei laghi. Alla base dei canaloni ghiaiosi, che incidono profondamente i loro fianchi (canaloni Ponza Grande, Strugova, Veunza e Lavina Bianca), si distinguono pianori ingombri da massi di frana, conche prative e ripidi fianchi boscosi, che ricordano ancora il lavoro dei ghiacciai e l’incessante opera demolitrice degli agenti atmosferici.
Più in basso ampie e aperte distese prative (Alpe Tamer e del Lago) si distendono verso i Laghi di Fusine, definiti di sbarramento ad opera di morene frontali. Essi si distinguono in:
- Lago Superiore, posto a m 929, di 134.060 m2 e con notevoli variazioni di livello (fra 4 e 8 m)
- Lago Inferiore, posto a m 924, di 92.300 m2 con una profondità massima di circa 20 m (regolato da una chiusa)
- i due laghi piccolissimo e piccolo pressoché sconosciuti, posti a m 925 in una conca paludosa a nord-ovest del Lago Inferiore e con superfici molto modeste.
La vegetazione dell’area di Fusine laghi è condizionata dal microclima locale, caratterizzato da ampie escursioni di temperatura e da un alto tasso di umidità.
Alla base delle grandi pareti si trovano ampie praterie alpine, circondate da colate ghiaiose, massi di frana e alcune vallette nivali. Al di sotto si trova la pecceta subalpina e, ancora più giù boschi misti di faggio e abete rosso che scendono fino ai laghi, dove la pecceta prende nuovamente il sopravvento con esemplari maestosi alti fino a 30 metri. Il faggio rimane nel sottobosco, più piccolo, a formare un velo di copertura al terreno, che arricchisce costantemente con la caduta delle sue foglie. È nel sottobosco che è possibile, per l’escursionista non frettoloso, scoprire siti e biotipi in cui insetti, funghi e licheni svolgono un particolare ruolo biologico.
Tra le specie più rappresentative ricordiamo: la Primula auricola, la Primula farinosa, la Caltha palustris.
Le differenze biologiche tra il più vasto e meno profondo Lago Superiore ed il Lago Inferiore, meno vasto e più profondo, si riflettono anche sulle caratteristiche dei loro “abitanti”. Nel Lago Inferiore è più povera sia la fauna di profondità che quella in prossimità delle rive; nel Lago Superiore, trovano l’habitat ideale numerosi crostacei Brachiopodi Cladoceri, con la presenza di sette specie.
Per quanto riguarda l’avifauna dei laghi, va ricordato che alcuni palmipedi sono di transito, soprattutto il germano reale, che si può incontrare facilmente anche d’inverno, nella parte del Lago Inferiore che non gela (sorgente) . I laghi, inoltre, ospitano e rappresentano l’unica stazione regionale, assieme al Lago del Predil, del salmerino e sono stati ripopolati con alcune specie di trota.
Se nell’area dei laghi, dove maggiore è l’impatto turistico, la fauna fa delle sparute comparse, nelle restanti zone è abbondantemente presente con tutta la varietà tipica degli animali di montagna: cervo, camoscio, capriolo, lepri, scoiattoli, volpi. Particolarmente suggestive le presenze degli stambecchi lungo le creste rocciose superiori, dove non è difficile imbattersi in branchi, più o meno numerosi, al pascolo.
